La Vita è Tutta Una Traiettoria

La Vita è Tutta Una Traiettoria

sabato 10 novembre 2012

L'effetto giroscopico

Lasciamo stare la definizione che ci viene data da Wikipedia, piuttosto che dall'enciclopedia Garzanti. Per il motociclista a cui piace mettere le manine sulla propria moto, la cosa importante, legata all'effetto di cui sopra, è quella di diminuire il peso sulle masse che hanno il contatto sull'asfalto. Ecco perchè mettere cerchi o dischi piú leggeri, specialmente all'anteriore, significa avere una moto piú maneggevole e reattiva. 
4 anni e 15000 chilometri fa, ho fatto un acquisto davvero conveniente. 120 euro per due dischi freno flottanti nuovi, di marca Beringer, al momento, sono stati un grande affare. I motivi? Sono partito da quelli tecnici, che tradotto significava che magari avrebbero frenato di piú di quelli originali e che, essendo i dischi flottanti, sarebbe stato difficile deformarli, arrivando a quelli estetici, visto che il mozzo di questi dischi era di colore nero e quindi faceva pendant con tutta la moto. Mi sono reso conto da subito di quanto fossero piú pesanti di quelli di serie. Le misurazioni non davano adito ad altro responso: gli originali spessore 4.5 mm, Beringer 6.0 mm, mentre riguardo il peso, ho effettuato il controllo con la bilancia, ma non l'ho annotato da nessuna parte. Sulla mia memoria non ci posso contare, quindi non ricordo. E se qualcuno insiste, mi avvalgo della facoltá di non rispondere... Comunque sia erano piú pesanti. Mi sono sentito piú figo non appena messo le ruote fuori dal garage. All'inizio credo di avere evitato 4 o 5 tamponamenti. Ogni vetrina era una nuova occasione per ammirare la moto con i nuovi dischi... La frenata era un pelo migliore. Ma niente di eccezionale. Dovevo peró impegnarmi di piú per fare voltare la moto e tenerla giú nelle pieghe. Con conseguente postura innaturale dei piedi sulle pedane e delle ginocchia nel momento della piega. Prima ho dato la colpa alle pedane, piú corte, della Rizoma, poi alle molle della Hyperpro (anche se un pochino hanno fatto la loro parte). Infine ho pensato ad un completo rincoglionimento del sottoscritto. I primi segni di senilitá precoce. In un mondo dove la vita media si allunga, avere problemi di rimbambimento senile a 44 anni, non è proprio il massimo. In piú la prima volta che lavo la moto, voilá surprise (del resto sono di marca francese...). I dischi formavano una patina di color ruggine. Minchia! Ho comprato dischi di latta?  Che non siano d' acciaio? Che siano in ghisa? Che abbia pigliato un'inculata? E via ad una valanga di mail alla Beringer e al loro distributore ufficiale. E poi ancora post sui siti di moto alla ricerca di una risposta soddisfacente. Che non è mai arrivata. Beninteso: nulla che non si risolvesse con la prima pinzata del giro di turno. Ma era una cosa a me sconosciuta. E che mi dava noia. In tanti anni di moto non ho mai visto un disco arrugginirsi. Un dubbio sulla bontá del prodotto a livello di sicurezza, mi è passato per la testa. Ma piú li usavo e piú mi rendevo conto che da quel punto di vista non c'era il minimo problema.
Ma prima o poi tutto si risolve.
Ve la faccio lunga tanto oggi non ho un beato cazzo da fare. Decido di far montare il manubrio alto, di cui ho messo le foto nel post precedente. Da li a poco partiró per il Nurburgring. Nel frattempo mia figlia cresce e sta frequentando il corso di nuoto e quello di pattinaggio. Mia moglie lavora sempre nello stesso posto, io anche, e siamo sempre alla mercè di due rompicoglioni. Il carovita è sempre piú....caro. E non ci sono piú le mezze stagioni. La sto facendo un pó troppo lunga? Ok, ok. Vado al punto. I dischi, a velocitá prossime allo zero, fanno un casino esagerato. Probabilmente sono le pastiglie. Fatto stá che non sopporto piú neanche il fatto che si formi la famosa patina color ruggine. Quindi li vendo. E decido di rimettere i dischi originali. Al primo giro in moto, L'ILLUMINAZIONE! OHCOMECAZZOVAMEGLIOSTAMOTO!!!!  Al secondo giro ne ho la conferma e quasi mi commuovo. Nei cambi di direzione ora è un fulmine! Nello scendere in piega anche! Che gusto impagabile andare in moto ora! Che gioia! Che gaudio! Non ho neanche il tempo di ragionarci sopra che il mio cervello finalmente realizza: la colpa del maggior impegno nella guida della belva era dovuto alle poche centinaia di grammi in piú applicati all'avantreno. E del loro maggiore effetto giroscopico. Ora lo so. Come so che tutto ha uno scopo nella vita. Persino le menate di mia madre. Quando mi diceva di studiare di piú. La mia mente sarebbe stata piú aperta e sveglia e avrei capito immediatamente la stupidata che stavo facendo montando quei dischi. Se non altro mi sarei divertito di piú in moto negli ultimi quattro anni.

giovedì 4 ottobre 2012

Di nuovo al Nurburgring....

Fortunatamente l'ultimo post l'ho finito con la parola "forse". Si perchè anche questa volta sono tornato al Ring. In moto. La partenza non è fissata. Posso prendermela con relativa calma. Questa volta "smezzo" il viaggio. Sia all'andata che al ritorno. E il tempo non sarà un problema. Ma anche la stanchezza. A 'sto giro ho fatto montare un manubrio alto tipo naked per stare davvero comodo.







Quindi mi sveglio verso le 8, faccio colazione insieme alle mie due donne e verso le 9,30 parto. Devo solo passare dai ragazzi che si prendono cura della mia moto per ritirare un gingillo che mi servirà per collegare il navigatore della macchina alla batteria della moto. Peccato che quando arrivo da loro mi accorgo di aver lasciato l'altro cavo che collega il navigatore al gingillo, e che, soprattutto, mi sono scordato il paraschiena. Che rimbambito! Quindi torno a casa, prendo quello che serve e parto davvero.




Appena presa l'autostrada Svizzera, mi accorgo che la posizione rialzata mi fa acchiappare un bel poco di aria in più. Me lo aspettavo, ma non così tanto. Maledico di non avere messo un pile sotto la giacca, invernale, della moto. Vabbè su dai Roberto, non rompere i coglioni. Almeno stavolta non stai già cainando per il male al culo e ai polsi. In effetti il viaggio passa in modo tranquillo. Alle 15 circa, dopo avere preso la mia abbondante razione di pioggia, arrivo all'hotel. Il Garni Markgraf nel villaggio di Bad Bellingen Markgraflerland (www.hotel-markgraf-garni-de.com), un posto ad una ventina di chilometri da Basilea, in territorio tedesco. Mi accoglie Helen. Una donna gentile. Di una sessantina di anni. Scambiamo un paio di chiacchiere in inglese, mi fa mettere la moto in un enorme garage e poi mi accompagna in camera. Il costo di 44 euro è il suo prezzo. Mi faccio una doccia e poi cazzeggio fino all'ora di cena. Ho già adocchiato un posto li vicino dove andró a mangiarmi una Wiener Schnitzel annaffiata da un paio di birrette. Quando torno dalla cena, utilizzando gli attrezzi che ci sono in garage, sposto il cavo che va dalla batteria al navigatore, mettendolo sotto il serbatoio. Cosí è molto meglio. Poi vado a dormire. Il mattino successivo colazione abbondante, conosco il marito di Helen, appassionato anche lui di moto, e poi via per il resto del viaggio. Mi aspetto di vedere Alessandro sfrecciarmi vicino sull'autostrada da un momento all'altro. E infatti verso le 11,30 eccolo. Ci fermiamo, ci salutiamo e poi si riparte per Nurburg. Arriviamo alla pensione di Edgar (www.pension-muehlenhardt.de/) verso le 14,15. Alessandro preferisce riposare un'oretta, mentre io metto in ordine la moto, indosso la tuta (che è stata gentilmente trasportata nella la macchina di Alessandro insieme con guanti e stivali) e vado all'ingresso del Ring. Purtroppo c'è da aspettare a causa di qualcuno che ha perso liquido refrigerante al Flugplatz. Quindi le moto, per un'oretta, non sono ammesse. Intanto prendo una tessera da 9 giri e mi preparo. L'attesa ha sempre lo stesso gusto. Battito accellerato, saliva prossima allo zero e, nonostante non faccia caldissimo, sudore. Finalmente suona la carica dall'altoparlante "Achtung, achtung Norschleife ist offen für Motorräder". Via!!! Il primo giro, tra gomme fredde e temperatura non proprio ottimale, si svolge in un mix di "porcadiquellatroiacosacazzostofacendo!" e "stogodendocomeuntoro!!!". Finito il primo giro vado al parcheggio. Mentre penso a quanta di aria mi sono preso "grazie" al nuovo manubrio, nonostante cercassi di rimanere in carena, vedo arrivare Alessandro con la sua fida BMW 320d. Qualche parola e procedo con il secondo giro. Questa volta vado meglio, forte e deciso. Mi si incolla letteralmente al culo una M3. Riesco a tenermela dietro. Per tutto il giro. Con molta goduria per il mio orgoglio personale. Ecco le prove.




 
 


 



Poi faccio anche il terzo. E accade una cosa che mai mi sarei aspettato. Il mal di auto. Sulla moto?????? Eh si... Dalla seconda metà del terzo giro mi viene da vomitare, proprio come se fossi su un'autovettura, su un aereo, su un pullman.... Esco e prendo un poco di aria. Dopo una mezzora è tutto passato. Ma siccome io sono fodamentalmente scemo, salgo in macchina con Alessandro. E alla fine del giro, sto male nuovamente. Vabbè, fine dei giochi per oggi. Si torna da Edgar. Doccia e cena da Giulia. Il giorno dopo diluvia. E non smetterà. Passiamo la mattinata al cazzeggio e quando apre il Ring, faccio da passeggero ad Alessandro per un paio di giri. I suoi miglioramenti sono tangibili. Considerato che ha fatto solo una quindicina di giri. Si vede proprio che la Nordschleife gli garba parecchio.







Il giorno dopo è quasi la fotocopia di quello precedente. Solo che al momento dell'apertura del Ring, smette di piovere. Io e Ale siamo già al parcheggio. Le nuvole basse e cariche di acqua e 11 gradi non sono proprio invitanti. Ma del resto che cazzo siamo venuti a fare qui? Siamo mica ad un convegno di femmine con il tutù! Chiedo ad un inglese in moto che è appena uscito, in quali condizioni sia l'asfalto. Mi risponde che va bene... Ok allora si entra. Alla prima compressione mi accorgo che io ed il motociclista inglese abbiamo una diversa percezione dell'asfalto che "va bene". In più tratti è bagnato in traiettoria e fuori dalla stessa è peggio. Guido come se mi avessero infilato il bastone di una scopa su per il culo e come se ci fossero delle rane disseminate in ogni dove per terra. Ma tengo duro e pur andando piano, mi diverto uguale. Mi permetto di segnalare come, in questo frangente disgraziato per un motociclista, la bastardagine di qualcuno di mia conoscenza sia venuta fuori, quando ha visto una foto che prova che con la sua macchina mi ha passato e mi ha dato la biada. VERO ALESSANDRO???? Godi, adesso che puoi.... (il puntino dietro la sua macchina sono io).








La serata passa davanti ad una pizza da Gianni e Maurizio al ristorante "La Lanterna" a Kelberg.
Il giorno dopo vorrei tagliarmi le vene. Ho dato l'incombenza al mio amico Enrico di fare una bella danza del sole. Enrico, te l'ho scritto nell'sms e lo riscrivo qui: come ballerino fai davvero schifo!!! In più oggi c'è una novità. Si girerà sul circuito intero della 24H (Nordschleife + GP Strecke). Il tempo passa, i bambini crescono, le mamme imbiancano, i papà rimbambiscono e arriva l'ora dell'apertura del circuito. La situazione è la stessa del giorno prima. Nuvole basse e 11 gradi circa. La differenza sta nel fatto che qualche ora prima dell'apertura ha smesso di piovere e quindi è asciutto. Se così si può definire un asfalto sul quale incombe il 90% di umidità. Tessera, sbarra che si alza Antoniusbuche, Tiergarten, Hoenrain e... circuito nuovo! Arrivo alla prima curva e giusto perchè non mi scordi, la moto scoda in inserimento. Niente a che vedere con ciò che mi è accaduto a Luglio, ma è pur sempre un avvertimento. Quindi mi faccio il resto con la dovuta calma. Anche perchè non ho la più pallida idea di come giri. Al T13 eccoci di nuovo nella Nordschleife. Apro la manetta e riesco a fare un giro decente prendendomi qualche soddisfazione. Riesco a tenere velocità di tutto rispetto in curva e mi diverto parecchio anche negli altri giri che mi rimangono. Ma soprattutto mi prendo la rivincita. Al secondo giro aspetto che Alessandro arrivi dietro me e poi...vendetta tremenda vendetta! La "sagoma" nera dietro di me è Alessandro...






La sera siamo a cena a "La Lanterna". Davanti a noi una carbonara prima e una wiener schnitzel poi, con birra per me e Coca-cola per Alessandro, parliamo di come per me sarebbe più facile se venissi a girare in questo posto in macchina piuttosto che in moto. Di come sarebbe bello per Ale mettere un impianto frenante più prestante e di quanto vanno bene gli pneumatici che monta ora. E ancora di traiettorie e di quanto sia bella la Nordschleife. Di quanto ci siamo divertiti e quanto sarebbe stato bello avere qualche raggio di sole in più. Magari la prossima volta. Il prossimo anno.
Sorrido pensando quante volte vorrei che mi mandassero all' Inferno....Verde!









mercoledì 18 luglio 2012

Ritorno alle origini. Con spavento.

Era un pò di tempo che ci meditavo. Ero stufo delle ore che perdevo nelle mie traferte per la Nordschleife ultimamente. 11/12 ore per andare ed altrettante per tornare erano davvero tante. Quindi ho venduto il carrello portamoto ed ho deciso che questa trasferta l'avrei fatta come quella della prima volta. In moto. Niente stress da preparativi. Il giorno prima ho fatto i bagagli e ho caricato la moto in mezz'ora. Che bello. Alle 6 sveglia e alle 7 sono pronto per la partenza. La mia dolce metà mi accompagna in garage e mi fa qualche foto di rito.


 


Per evitare gli infiniti lavori sull'autostrada tedesca, ho deciso che passerò, una volta uscito dalla Svizzera, per la Francia. Il navigatore della macchina non è possibile montarlo sulla moto, quindi metterò nella mani di una stampa di Viamichelin, la resposabilità di guidarmi. Alla fine ci metto nove ore. Con infinite soste di qualche secondo per controllare la mappa e un paio di code chilometriche non so dovute a cosa. Pensavo meglio. Questa volta ho prenotato da Edgar alla Pension Muhlenhardt (http://www.pension-muehlenhardt.de/). Prezzo per una doppia uso singola 35 euro, una colazione abbondante, sia salato che dolce, che ti permette di poter saltare il pranzo, pulizia, box dove mettere la moto (o le moto) e tranquillità infinita. Sempre che non sia il compleanno di qualcuno proveniente dalle terre britanniche e che per quel motivo 12 inglesi vaghino fino alle 2 del mattino, ubriachi, in giro per il B&B. E' successo solo una volta, l'anno scorso per la precisione, in tutte quelle che sono stato da Edgar e credo che lui non permetterà il riproporsi della cosa. Appena arrivato prendo possesso della camera, scarico tutto quello che c'è da scaricare, smonto la piastra porta bauletto, abbasso la pressione degli pneumatici e via in circuito. Alla biglietteria prendo una tessera da 9 giri. Costo 198 euro. E attendo con pazienza che aprano. Alle 18,30 si da inizio alle danze. Giusto nel primo giro, un demente con una vecchia BMW serie 5 con targa tedesca, scopre che quasi quasi sarebbe bello passarmi sulla destra all'uscita del Karussell. Sarebbe. Se non che, quando mi sta per entrare nel codino, lo scanso per un pelo. D'istinto alzo la mano sinistra come per scusarmi. Ma di che? Ho ragione! I successivi gesti servono per fare capire all'idiota che se vuole sorpassarmi, deve farlo sulla sinistra. E cosí è. Poi faccio un altro giro. Non sono male e cerco di mettere in pratica le traiettorie che ho imparato nel corso della Motorrad che ho fatto a Maggio. Ci riesco. Ma mi accorgo che sono stanco e che è meglio andarsi a fare una doccia ed una bella mangiata. Non ho voglia di tirare su la moto per farmi un chilometro e mezzo. Quindi al ristorante da Giulia ci andró a piedi. Peccato che arrivato al ristorante sia chiuso. CHIUSO DI MERCOLEDÍ!!!! Maporcadiquellatroiamaledetta!!! Già mi sono pentito di non essere venuto con il carrello. Vuoi mettere la comodità della macchina? Cazzo, sono volubile come una donna.... Non resta che tornare al B&B e prendere la moto per andare ad Adenau, il paese piú vicino. Mentre mi incammino per la strada del ritorno inizia anche a piovere. Una Madonna (o due) sono partite dalla mia bocca. C'è un piccolo ingresso che da proprio sulla strada. Mi ripareró un poco li. Questo è il mio pensiero. Peccato che la vecchia zoccola tedesca di madre meritrice e padre ubriacone, che abita piú in avanti sulla sinistra, non sia d'accordo. Esce da casa sua, viene verso di me e fa segno con la mano come si fa con i cani aggiungendo, nel caso avessi il dubbio che la poverina fosse lesa anche nella voce, uno "sció sció". Io le faccio capire che sta piovendo e che sono li per ripararmi. Ma lei imperterrita: "sció, sció". Due sono le cose. O rendo vedovo suo marito. O me ne vado. Opto per quest'ultima soluzione. Faccio qualche metro e mi riparo da un'altra parte. Alla faccia della cariatide. Poi riesco finalmente ad arrivare da Edgar, prendo la moto e vado a mangiare. Ha anche smesso di piovere. Ma non credo durerá molto. Infatti mentre sto mangiando ne viene giú una quantità industriale. Al ritorno dal ristorante prendo solo qualche goccia. Fortunatamente. Poi a nanna. Il giorno dopo mi sveglio con la pioggia. Naturalmente. Ma al momento dell'apertura della Nordschleife il tempo volge al bello. Riesco peró solo a fare due giri. Sono veloce, ma commetto comunque qualche errore. Mi accorgo anche che in alcuni punti non tengo aperta la manetta come dovrei. Poi il circuito viene chiuso. Incidente. Aspetto fino alle 19 e 10. Poi me ne vado. Vabbè. Aggiusteró il tiro il giorno dopo. Mi rimangono altri 5 giri da fare. La doccia non la faccio. Non sono riuscito nemmeno a sudare.  Quindi torno a mangiare da Giulia. Stavolta in moto.
Il giorno dopo, l'apertura della Nordschleife è prevista per le 14. Arrivo all'apertura e mi fiondo dentro. Faccio i primi tre giri. Belli. Le traiettorie sono migliori e la manetta rimane aperta dove deve. Alla Swedenkreuz riesco ad arrivare a velocità stratosferica rimanere a sinistra dopo il dosso fino al cartello e poi giù in piega a sinistra come un aereo da caccia! Dopo l'Aremberg gas spalancato fino alla fine della compressione della Fuchsrorhe e all'ingresso dell'Adenauer-Forst tutto a sinistra in corrispondenza delle prime strisce pedonali disegnate, poi tutto a destra, metto le ruote tra le zebre delle seconde strisce pedonali disegnate e via, sinistra-destra e gaaaasss! Alla fine della Wipperman riesco a non frenare ed entrare in pieno e dopo lo scollinamento sto tutto a destra, freno poco dopo una scritta sull'asfalto di cui non si capisce niente e giù a sinistra nella discesa della Eschbach per andare ad aggredire la Brunnchen. E questi sono solo i primi tre esempi che mi vengono in testa. Ah, che goduria!!!  Mi mangio quasi tutti quelli che sono dentro la Nordschleife. Con il V4 che urla incazzato. Uno dei giri che ho "cronometrato" con l'orologio della strumentazione della moto (quindi molto a spanne), è intorno agli 8 minuti e 45. Traffico incluso. Sono contento. Anche se, usando le nuove traiettorie, ho avuto l'impressione di girare molto piú veloce.


 




Mi mancano ancora due giri ed ho voglia di farli alla stessa maniera. Cattiva. Entro ed arrivo alla seconda a sinistra del tratto denominato Metzgesfeld. L'odore della pioggia e un ombrellino di colore rosso aperto di una persona del pubblico dovrebbero dirmi qualcosa, ma io al momento non riesco a decifrarlo. Il risultato è questo (guardate dal 00:21 al 00:35)....


http://youtu.be/c9wFZMgRlI4


Perchè sono andato in bagno due volte nella mattinata, se no mi sarei cagato addosso. Sicuro che una sgommata comunque ce l'ho lasciata. Nelle mutande.  Metto la freccia a destra e finisco piano piano il giro. Quando arrivo alla Bergwerk soccorro anche un motociclista a cui è partita la ruota anteriore e che non ha avuto altra scelta che andare in terra. Lui sta bene, e visto che sono il primo che arriva, mi fermo a fare da segnalatore, per evitare che il poverino venga tirato sotto da quelli che sopraggiungono, mentre lui tira su la moto. Finchè non giungono quelli dello staff del Nurburgring. Dopo di che saluto il ragazzo e mi dirigo all'uscita. Quando sono al parcheggio, medito. Sono scosso. L'ultimo giro cerco di farmi coraggio, ma non riesco ad andare veloce come vorrei. Lo avró fatto in 10 minuti. Ho paura. Torno al B&B. Racconto l'accaduto a Edgar. Mi fa notare che è Venerdí 13. Non sono uno che fa caso a queste cose. Anche se ora che me lo ha detto.... Tolgo la tuta e comincio a riordinare tutto. Il giorno dopo si parte. Poi mi faccio una doccia, vado a mangiare, un saluto a Giulia e a nanna.
Il viaggio di ritorno lo faccio passando dalla Germania. Non sarei capace di fare quello dell'andata a ritroso. E poi sinceramente, al momento ho bisogno di certezze. E la strada che ho sempre fatto è parte di esse. Neanche a dirlo è un viaggio da dimenticare. Ci metto 10 ore e mezza e arrivo a casa distrutto. Il mio primo pensiero è quello di chiudere con il Nurburgring. Almeno in moto. Dopo 155 giri finora effettuati. Il viaggio lo posso sempre smezzare. Ma rimane sempre il pericolo di stamparsi.  Questa volta è andata di lusso, ma la prossima? Saró cosí fortunato? Non lo so. Sono confuso. A Settembre dovrei tornare con il mio amico Enrico all'inizio del mese e con Marco e Ale alla fine dello stesso mese. Non so se me la sento di rischiare. Forse è il caso di pensare di girare nella Nordschleife su quattro ruote. Forse. 

domenica 3 giugno 2012

E' andata

Alla fine ce l'abbiamo fatta. Ora siamo marito e moglie. Mi sono svegliato la mattina del 19 Maggio rilassato. Anche se non ho dormito molto. Il fatto di stare davanti ad un pubblico a proferire formule riguardo la mia esec...ehm il mio matrimonio, mi ha messo non poco in agitazione.
Dopo essere stato dal parrucchiere per un aggiustatina al capello e la rasatura della barba (a tal proposito ringrazio Max e Franco pubblicando il loro indirizzo: M&F Viale M. Masia 31 - Tel. 031/573315), sono tornato a casa per la vestizione. Sono arrivato davanti la chiesa una buona ventina di minuti in anticipo. Accompagnato dal mio fratellino. Durante il tragitto ha capito quanto fossi agitato e lui ha avuto il potere di calmarmi.  Alcuni di coloro che erano presenti al mio arrivo, sono rimasti sgomenti. Non sono proprio un tipo puntuale. La zia di Annalisa è arrivata a dirmi: "cosa ci fai già qui?". Immaginate cosa avrebbe detto se fossi arrivato in ritardo...
Ho aspettato nei pressi della macchina qualche minuto, paparazzato dal fotografo ingaggiato, neanche fossi una celebrità. Poi, con al braccio mia madre, sono entrato in chiesa. Non appena varcata la soglia, mi è arrivata una tranvata allo stomaco. Devo avere fatto una faccia davvero eloquente, visto che se ne sono accorti tutti coloro che erano presenti. Spero solo che il fotografo non abbia colto l'attimo. Sarebbe davvero imbarazzante. Per me che faccio del mio "essere duro" quasi una bandiera. Poi ho aspettato lei. Come da protocollo è arrivata dopo di me. Bellissima. Accompagnata da suo padre. E dalla nostra piccola gioia. Un bacio a lei e un bacio alla mia futura sposa. L'ho presa per mano e ci siamo fatti coraggio fino all'altare. Da li tutto bene. Fino al momento delle frasi di rito. Abbiamo, di comune accordo, deciso che le avremmo imparate a memoria e ce le saremmo dette guardandoci negli occhi. E così è stato. Non è stato del tutto perfetto. Io ci ho messo un quarto d'ora per pronunciarle. Annalisa è riuscita a invertire qualche frase con la lingua che allappava. Ma la cosa importante è stata compiuta. Ci siamo guardati negli occhi. E dentro le nostre anime. E quello che ci siamo detti è rimasto scolpito nei nostri cuori. Per sempre. La pioggia ci ha regalato qualche goccia dopo una decina di minuti dalla nostra uscita dalla chiesa, ma non è durata molto. Prima siamo riusciti a scambiare qualche bacillo con tutti gli invitati e fare qualche foto di rito. Il fotografo, il bravo e paziente Michele, aveva l'ordine di non rompere le palle con le foto modello: "girati di qui, baciala così, guardatevi colà" ed altre stronzate del genere. Anche se, durante la giornata, qualche posa con sorriso da paresi è riuscito comunque ad estorcermela. Il gentilissimo e disponibile Gabriele ha portato la sposa fino in chiesa e poi ci ha scarrozzati al ristorante.  Il pranzo è andato bene a quasi tutti. Lo abbiamo voluto al Ristorante "La Pinetina" di Appiano Gentile (CO). Splendido posto. Anche con il tempo stupido che ci ha accompagnato per tutta la giornata.  A Simona, colei che lo ha organizzato (e che potete contattare al 327/9478871 in caso di necessità), e agli addetti al servizio, va tutta la nostra gratitudine. Perfetto il servizio. Abbondanti ed ottimi cibo e vino. Qualcuno si è lamentato. C'è sempre qualcuno che deve spaccare i coglioni. Problemi loro. A noi sposi è andato tutto a meraviglia.  I bimbi sono stati presi in consegna da una bella ragazza dell'organizzazione denominata "I Burloni" (Via Capri, 2 - Malnate Varese - 0332 426470). La quale ha provocato l'interesse di alcuni maschietti, la gelosia di alcune femminucce, ma soprattutto la gioia dei pargoli che le sono stati attaccati per tutto il pomeriggio. Per la felicità dei genitori. Poi tutto si è placato. Poco a poco gli invitati sono andati via e noi abbiamo iniziato ufficialmente il nostro viaggio di nozze. La prima tappa è stata all'Hotel Cruise di Montano Lucino (CO). Siamo arrivati nella nostra camera, ci siamo spogliati e ci siamo immersi immediatamente nella vasca idromassaggio per rilassarci. Di fare sesso non se ne è manco parlato. Troppo stanchi. Ci siamo rifatti i giorni a venire. Come i ricci. Alla faccia dei nostri quasi 8 anni di convivenza... Il giorno successivo partenza per Chieti. Per spezzare il viaggio. Poi in Puglia per un'intera settimana. Come base il favoloso relais Histò - Via Sant'Andrea Circummarpiccolo - San Pietro sul Mar Piccolo (sul navigatore dovete però digitare Masseria San Pietro - Taranto) - Tel. 099/4721188 - sito web http://www.relaishisto.it/, a 10 chilometri da Taranto. Abbiamo girato raggiungendo Taranto, Gallipoli, S.Maria di Leuca, Otranto, Lecce, Ostuni (due volte), Alberobello, le grotte di Castellana, Matera e un paesino in provincia di Potenza. Patria natia di mio padre. In generale belle le strade. Ottimo il mangiare. Giusto per la cronaca vi scrivo nomi e indirizzi dei ristoranti nei quali le nostre papille gustative hanno fatto le capriole e dove è avvenuto il dilatamento delle nostre ventrazze. In ordine di incontro:

- "La Masseria" - Strada per San Giovanni Teatino 53 - San Giovanni Teatino (CH) - Chiuso il Lunedì. Tel. 0871/360340 - sito web http://www.lamasseria.it/;

- "Taverna Portanova"-  Piazza F.do Lambert 7 - Trani (BA) - Chiuso il Martedì. Tel. 0883/508386 - sito web http://www.tavernaportanova.com/;

- "Le zie" - Via Col. Costadura 19 - Lecce - Chiuso Domenica sera e Lunedì- Tel. 0832/245178 - sito web http://www.trattorialezie.net/;

- "La Cantina" - Vico Lippolis 8 angolo Corso Vittorio Emanuele - Alberobello (BA) - Chiuso il Martedì. Tel. 080/4323473 Cell. 3477401588 - sito web http://www.ilristorantelacantina.it/;

- "L'antica Posta" - Via Taranto 78 - Martina Franca (TA) - Chiuso il Martedì. Tel. 080/4839093;

- "Il Cantuccio" - Via delle Beccherie 33 - Matera - Tel. 0835/332090 Cell. 3478800483;

Poi sarebbe stato il turno di Napoli e di Roma, ma un lutto importante ha interrotto la nostra luna di miele. Pazienza. Ci rifaremo. Nel frattempo siamo ingrassati di un paio di chili a testa. Ora vado. Mi è venuta un'idea per smaltire qualche etto....      

domenica 13 maggio 2012

Quasi ci siamo

Non avrei mai pensato di arrivare a questo punto. La vita è imprevedibile. Come dice Forrest Gump "è come una scatola di cioccolatini, non sai mai che cosa ti capita". Ho avuto tante esperienze amorose. Ma per un motivo o per l'altro, non sono mai andate a buon fine. Potrei scrivere un libro su quanto possono essere stronze alcune donne. Ma poi è arrivata lei. Non è stato amore a prima vista. Lo ammetto. Nei tre anni di fidanzamento, chiamiamolo così, non so quante volte l'ho mollata. E tutte le volte l'ho sempre richiamata per averla al mio fianco. Poi i passi importanti. Prima è arrivata la convivenza e poi una meravigliosa bimba. Su alcune cose non ci siamo trovati subito d'accordo. Ma Annalisa è stata paziente. Lo è sempre stata. E lo è tuttora. Lei non pretende che io faccia qualcosa. Ti lascia riflettere e prendere la giusta decisione. E quasi sempre ha ragione lei. Quasi. Annalisa è colei che ha sopportato, e che tuttora sopporta, il mio non del tutto gioviale carattere. Io sono il fuoco e lei l'acqua che lo cheta. Questa formula è applicabile in tutti i campi del nostro rapporto. Annalisa è l'incastro perfetto. E' bella, è un'ottima amante e, da quando c'è la piccola peste, un' ottima mamma. Non mi ha mai ostacolato nelle mie scelte. Anzi le ha agevolate, mettendo in atto il detto che recita che "se ami qualcuno devi lasciarlo libero". E lei ha svolto anche quest'ultimo compito egregiamente. Quando sento uomini imprecare perchè hanno al fianco donne che non sopportano o che non li comprendono, mi sento fortunato. Insomma non avrei potuto chiedere di meglio. Ora abbiamo deciso di tenerci legati l'un l'altro per tutta la vita. In maniera più seria di quanto non sia stato finora. Tra 6 giorni. "Io Roberto, accolgo te, Annalisa, come mia sposa. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti  e onorarti tutti i giorni della mia vita"
E speriamo in bene.....  

martedì 8 maggio 2012

Sono appena tornato...

...e sono già depresso. Come al solito. Ma questa volta ho visto la luce. Mi riferisco al tanto agognato corso della rivista tedesca Motorrad che si è tenuto al Nurburgring il 3 e 4 Maggio scorsi. Come ho già avuto modo di scrivere, dopo quattro anni di touristenfahrten, avevo bisogno di scoprire se un corso del genere fosse stato meglio o peggio. La risposta è la prima che ho scritto.
La partenza è fissata per il 1 Maggio. Sveglia alle 5:15. Colazione. Un bacio alla mia piccola e uno alla mia dolce metà e alle 5:54 sono in macchina. Ho deciso di partire un giorno prima perchè non ho la piú pallida idea di come si svolgano questi corsi. Non voglio avere problemi o preoccupazioni dell'ultimo minuto. Il viaggio mi porta via 12 ore. Mi domando perchè non abbiano ancora inventato il teletrasporto modello "Star Trek". Sarebbe davvero un grande aiuto. Ma non esiste e tocca sciropparmi questa grande rottura di palle. Arrivo alle sei e mi dirigo all'hotel. Questa volta ho prenotato a "La Lanterna" di Mullenbach. Pago 60 euro a notte, ma ho una stanza enorme, un bagno grande, la televisione per i momenti di noia e una poltrona con un poggiapiedi, dalla quale guardarla. Tutto per me. Il mattino successivo mi accorgo anche di avere la signora che prepara le colazioni con un megafono incorporato nelle corde vocali. Benchè io possa dormire fino almeno alle 9, la simpaticona mi sveglia alle 7. La mia faccia quando piombo nella sala colazione deve essere eloquente, perchè quando torno in stanza non sento piú un fiato. Ma ormai sono sveglio e nervoso. Quindi di riprendere sonno non se ne parla. Confido nella pennichella pomeridiana. Faccio un'abbondantissima colazione e vado a comprare dei fazzoletti ed i tappi per le orecchie. Possono tornare utili. Entrambi. Poi torno in camera e, visto che fuori piove, mi piazzo davanti la TV. L'occhio comincia a chiudersi e cosí mi trasporto sul letto. Un'ora dopo mi alzo e mi dirigo verso il Dorint Hotel. Quelli della rivista Motorrad hanno dato appuntamento agli allievi alle 17, per completare l'iscrizione al corso. Alle 17:30 Magda (credo si chiamasse cosí), mi consegna una maglietta, uno scaldacollo, i numeri da attaccare sulla moto (32) e un transpoder con relative fascette, che servirà non per prendere i tempi, ma per "riconoscere" le moto troppo rumorose. Torno in albergo e scarico la moto. C'è da cercare un posto dove piazzare l'aggeggio spione. Sono un perfettino e non voglio che venga messo alla cazzo ed in un punto che si possa rovinare. La scelta cade sulla maniglia sinistra del passeggero. Non senza averla prima avvolta come una mummia con del nastro isolante. Attacco anche i numeri, sgonfio gli pneumatici, e sono pronto per il giorno successivo.
Mi sveglio alle 6. Mi faccio una bella doccia e sono pronto per la colazione. Ma la signora con il megafono incorporato che si occupa della sua preparazione, non è ancora arrivata. E mi girano i coglioni. Cosí prendo l'iniziativa e apro tutti i contenitori modello Tupperware e mi preparo il piatto. In quel mentre arriva lei. Con un'altra. E mi guardano stralunate. Io faccio segno all'orologio dicendo che necessito di fare colazione ORA e non tra 10 minuti. E vado al mio tavolo. Finito torno in camera e mi preparo. Alle 7:15 devo essere al parcheggio del Ring per il breafing. Spacco il minuto. Il tempo fa schifo. É nuvoloso e c'è una pioggerellina fine fine. Riesco a stringere la mano a un certo Helmut Dahne (!) e poi incontro il mio istruttore. Neil. Mi da il benvenuto e facciamo le presentazioni con il resto del gruppo. Per iniziare ci aspetta la Section Training al Flugplatz. Che bello vedere il Ring da un altro punto di vista. Un accenno a cosa fare in caso di incidente (con esempio pratico sul campo) e poi facciamo avanti ed indietro per 42 km circa. Neil ci fa vedere, e noi dietro, come affrontare il Flugplatz. Sono le 10. L'asfalto si è asciugato e si da inizio alle danze. Ai giri veri. Ne facciamo 7 e arriviamo alla pausa pranzo. Io non sono affatto soddisfatto. I compagni di avventure vanno piano. Ho bisogno di un gruppo piú veloce. Ne parlo prima con il ragazzo che si occupa dell'organizzazione in pista e poi con Neil. Dopo pranzo sono con Nicole. A dispetto del nome gentile, lei è un maschiaccio. E va veloce in moto. Faccio altri sette giri in compagnia del nuovo gruppo. É andata meglio, ma non sono ancora soddisfatto. Ho bisogno di un gruppo ancora piú veloce. Torno nuovamente dal ragazzo che si occupa dell'organizzazione, dicendogli di non mandarmi a quel paese, ma che ho bisogno di cambiare nuovamente. E che sia piú veloce. Guarda di qua, togli di la, aggiusta un po qui, alla fine mi arriva la tranvata. "Tomorrow you will be with Helmut Dahne" (trad. "Domani sarai con Helmut Dahne"). STICAZZI!!! Vi lascio immaginare quanto ho dormito la notte successiva....
Ma il giorno arriva. C'è un sole bellissimo e praticamente nessuna nuvola. Per il momento. Ho il timore che il gruppo di oggi, visto l'istruttore, sia troppo veloce per me. Ma ormai ho chiesto e me lo tengo. La Section Training la faccio sempre con Neil. Questa volta siamo alla Schwedenkreuz. Avanti e indietro come il giorno prima. Dopo averla osservata giú dalla moto. Camminandoci sopra. E poi sarebbe dovuto arrivare il momento dei giri con Helmut Dahne. Si perchè Neil mi dice che è rimasto con solo tre allievi. Veloci. E che lui potrà andare. Piú veloce. Io gli dico che faremo due giri. Se mi soddisferanno, allora staró con lui. Entriamo. Io sto alla ruota di Neil. Finalmente si va veloce. A un certo punto arriva il gruppo di Helmut Dahne. Neil lo fa passare e poi, per dimostrarmi che non ho perso alcunchè, si accoda a loro e via che si va. Come si deve. Sono soddisfatto e quindi rimarró con Neil per tutto il resto della giornata. Facendo altri 15 giri. Quattro dei quali sotto una bella pioggia con l'asfalto davvero bagnato. La prima volta in assoluto. Per me. Per un totale personale di 146 giri.
Il corso è finito. Mi sono conciato come una salamella, tanto mi fanno male i polsi e le ginocchia. Mi sono divertito un mondo e ho anche imparato dove mettere le ruote.  Ma mi sento triste. Avrei voluto continuasse per altri due giorni. É stata davvero una bella esperienza. A me è sempre piaciuto guidare nei giri turistici. Ma guidare senza avere il pensiero di dover mettere spesso gli occhi negli specchietti e senza avere a che fare con le mine vaganti, è tutta un'altra cosa. E l'organizzazione fa in modo che la sicurezza sia massima.
Tra 11 giorni mi sposo. Quando torniamo dal viaggio di nozze, vediamo quanti soldi rimarranno. In caso positivo, e sempre che la mia futura moglie non si rincoglionisca e dia fuori di matto ordinandomi di non andare (nel qual caso i soldi mi serviranno per la separazione...), mi sa che a Settembre si replica.
Ora qualche foto.








lunedì 23 aprile 2012

L'avversario

E' una bella giornata. Decidi che oggi ti godrai in souplesse la tua moto. Una passeggiatina bella tranquilla con due curvette giusto per levare la cera che c'è sulle gomme nuove. Con tutte queste premesse hai persino convinto la tua compagna di sella. Fidanzata, moglie o semplice amica. Tutto fila liscio. Vai talmente piano, che senti quasi gli uccellini cinguettare. Di tanto in tanto accarezzi la gamba della tua lei. Che bello. Sei quasi in pace con te stesso. Le curve le fai pennelandole. Manco fossi Raffaello. Ma a un certo punto, arriva lui. Lo vedi avvicinarsi dalla luce tremola che emana il suo faro. E capisci che la sua velocità, non è la tua velocità. E ti passa. In curva. La compagna di sella non si è lontamente accorta di quello che è successo e non immagina quello che da lí a poco succederà. C'è un semaforo laggiú. Fermo c'è colui che ti ha sorpassato. Che ha compiuto l'affronto di passarti. In curva. Arrivi anche tu al semaforo. Con falsa indifferenza, studi il nemico. Uno sguardo alle gomme, uno all'abbigliamento e uno a quali movimenti compie sulla moto. Riguardo questi ultimi, ci sono due tipi di soggetti. C'è il modello MotoGp o Sbk che dir si voglia. Egli è quello che per tutta la durata del semaforo rimane con la prima inserita e la frizione tirata, dando colpi di gas neanche avesse uno spasmo muscolare all'avambraccio destro. Poi c'è il rassicurante. Egli al semaforo lascia trottare il motore al minimo in folle e pone le proprie mani tra il serbatoio e i gioielli di famiglia. In completo relax. Quando hai finito di passarlo in rassegna, il semaforo diventa verde. E li si scatena l'inferno. Fai appena in tempo a dare una manata sulla schiena della tua dolce metà, contorcendo il braccio sinistro come un fachiro, per farle capire che si deve buttare avanti, assumendo la stessa postura aerodinamica che stai assumendo tu, mentre con la destra apri tutta la manetta. É una questione di onore, di orgoglio. Non importa che lui sia solo, mentre tu hai la zavorra. Non importa se lui ha l'R1 mentre tu la VFR 800. Ha osato passarti ed mó gli farai vedere a quali conseguenze andrá incontro. E addio agli uccellini che cinguettano, al filo di brezza che ti si infila sotto il casco e alle curve alla Raffaello. Tranquillo è morto. Ora è arrivato un tornado. Del sangue in una vasca di pescecani. La poverina che siede dietro di te non si è ancora ripresa dal colpo sulla schiena, che si ritrova con l'asfalto molto, troppo vicino alle sue bellissime gambe. Prima a destra e poi sinistra e poi ancora a destra, mentre in alcuni momenti realizza che la sua testa voglia staccarsi e volare via insieme al casco. Ma di "come sta lei", ti frega quanto un moscerino che si spiaccica sul parabrezza e ti concentri sul quale sarà il punto migliore dove infilare colui che "ha osato" e fargli vedere di cosa sei capace. Ci riesci. Lo passi. In un punto bastardo e che ti ha fatto perdere 10 anni della tua vita. E che ha messo alla prova la tenuta del muscolo che hai in mezzo alle chiappe. Ma lo hai passato. Poco piú avanti c'è un bar. Ti fermi. Fai cenno a lei di scendere. E visto i suoi crampi, dovrai aspettare un quarto d'ora. Mentre per avere i suoi favori sessuali, un paio di mesi. Se ti vuole bene. Che rimaniate gli unici esseri umani sulla Terra, se vi conoscete da poco. Mentre tu, nonostante il colore "verde Hulk" assunto dalla tua faccia ed il tremore modello Parkinson che attraversa tutto il tuo corpo, dissimuli quanto sei stato pirla. E quanto è andata bene.

sabato 7 aprile 2012

Il mio amico Max

Era il 2008 e cominciavo ad avvicinarmi al mondo del Nurburgring. Dopo varie ricerche, riuscii a trovare un sito. MaxRs.it. Fatto bene ed esaustivo. Lui ed il suo sito sono stati il biglietto di presentazione del Nurburgring. Un ottimo biglietto di presentazione. A tutt'oggi rimangono un riferimento riguardo l'argomento.   Dal 2008 al Settembre 2010 ci siamo, si fa per dire, visti anche su Ringers.it, un'altro sito di chi è malato di Nurburgring. Poi ci siamo finalmente incontrati. Sul Sacro Suolo. Quando ci parli, non puoi che avere la conferma della passione infinita che ha per l'Inferno Verde. E le Porsche. Ma anche per il suo lavoro. Il suo animo buono lo ha portato a scegliere la professione del veterinario. Una professione che negli ultimi tempi è diventata un po più "impegnativa".... Ma sono sicuro che prima o poi una povera bestia con la rabbia farà il suo dovere... Nè, Max? :-))))
Può vantare qualcosa come 12 anni di guida al Ring e diverse partecipazioni ai corsi Hanseat sempre nella Nordschleife. Alla guida della sua bellissima Porsche 964 Carrera RS. Ho avuto l'onore di averlo nella mia macchina nella veste di istruttore. E lo stesso onore per avergli fatto da passeggero in un giro veloce effettuato con la pista che si stava asciugando. Con lui che non ha fatto una piega. Mentre io al suo posto, qualche grinza l'avrei fatta. Non credo farà mai una 24 ore del Nurburgring. Ma io, e non solo, lo considero un guru della Nordschleife. Se volete un consiglio riguardo le vostre traiettorie al Ring, non c'è persona più titolata di lui a cui chiedere. Certo, se lo volesse, potrebbe allargare le sue esperienze nell'Inferno Verde, facendo un giro in moto con il sottoscritto. Magari un giorno lo convinco....  Eccolo in tre foto: due in azione (prese in prestito dal suo sito) e l'altra, fatta da me in occasione dell'ultima trasferta, in pieno "relax"....





  

giovedì 5 aprile 2012

La mia amica Agnese

Ci siamo conosciuti un sacco di anni fa. Ad Argegno. Al tempo ogni fine settimana potevo permettermi il lusso di stare sempre li. Un sabato dopo l'altro si notava arrivare questa ragazza con la sua Honda CBR 600 F. Un giorno l'avvicinai e, tra una chiacchiera e l'altra, riuscii ad avere un appuntamento. Non andammo piú in la di un bacio. E finimmo per essere amici. Nel vero senso della parola. Ci vediamo, quando va bene, con cadenza annuale. Quando va male con cadenza biennale. Ma sempre amici rimaniamo. Quando ci vediamo, o semplicemente ci sentiamo via telefono, mi fa morire dal ridere. Agnese ha una risata che coinvolge e non puoi fare a meno di farlo anche tu. E' stata un poco sfortunata con le due ruote. Ha avuto un paio di incidenti e di fatto potrebbe competere con Barry Sheene, visto il livello di fratture. Ma lei non demorde. Anzi. Per certi versi è molto piú motociclista di me. Ora possiede una CBR 600RR. Siamo riusciti ad andare in pista insieme solo un volta, ad Adria. Ma prima o poi conto di portarla anche al Ring. Ah, dimenticavo: purtroppo tifa Valentino Rossi (non sapete quanto ho fatto fatica a digitarlo sulla tastiera in questo momento...). Un po di foto anche per lei (nella prima è con Cristina, sua figlia. CIAO CRI!).




domenica 25 marzo 2012

Quanto mi è mancata

Sono passati sei mesi. E non ci hanno messo neanche tanto a scorrere. Il piú delle volte sembra un'eternitá. Questa volta no. Ed è arrivata la primavera. Ho fatto scendere la moto dai cavalletti e le ho cambiato olio e filtro olio. Quest'anno ho abbandonato l'Agip 4T Racing 5W40 per il Bardahl XTC C60 sempre nella stessa gradazione. Ne parlano bene. Vedremo. Le ho riattivato l'assicurazione e l'ho portata dal "dottore" di fiducia per il cambio olio freni e frizione. Dopo due anni come dice il libretto di uso e manutenzione. E ieri via per due curvette. Niente di che. Da dove abito mi sono diretto alla Colma di Sormano poi verso Nesso, quindi Como, Argegno e poi casa. Oggi altro piccolo itinerario. Argegno, Lanzo Intelvi, Val Mara e poi dai miei suoceri per un piatto di pasta e per due coccole alla mia piccola peste ed alla mia dolce metà e poi al lavoro. Che bello! Mi mancava un elemento. Quest'anno peró non devo rischiare di farmi male. Non che normalmente faccia il deficiente, ma ogni tanto il contatto con il cervello si interrompe e una qualche cazzata mi riesce di farla. L'anno scorso mentre percorrevo la Bellagio-Como, ho pensato bene di passare un camion adibito a trasporto ghiaia. Ero dietro di lui e, dopo essermi accertato che dall'altro lato non arrivasse alcun veicolo, ho dato il via al sorpasso. Solo che l'autista del camion inconsapevole (spero) delle mie intenzioni,  ha allargato a sinistra e io mi sono trovato in trappola tra muro di roccia e ruota (enorme) anteriore del camion. Che fare? Se avessi frenato avrei rischiato di incastrarmi al centro o tra le ruote posteriori del bestione, e allora ho accellerato e, per un pelo, ce l'ho fatta. Dopo qualche metro ho sentito in bocca il tipico gusto dell'adrenalina ed il cuore in tachicardia. Ho preso un bello spavento. Quest'anno non voglio ripetere l'esperienza. Ho deciso che se c'è coda, e non posso superarla, me la tengo. E se posso fare due curve bene se no pace. Voglio godermi la moto, senza ansia. E devo tornare ad usarla anche per andare a lavorare, solo per il gusto di averla sotto il mio culo. E se tocca prendere pioggia, chissenefrega. É qualche anno che sono in preda a fisime. Mo mi sono rotto le palle. Bentornata moto!

giovedì 15 marzo 2012

I miei amici Alessandro e Marco

Uno dei due giovincelli, Marco, l'ho "conosciuto" sul forum del Tingavert. Avendo la stessa moto mi ha chiesto lumi su sospensioni e gomme. Mentre Alessandro l'ho conosciuto su al Ring. Nonostante siano di Varese (perdonatemi, non ho resistito :-))), si sono rivelati subito molto simpatici. E curiosi.  A Settembre 2011 erano alla prima esperienza al Ring e non stavano piú nella pelle. Abbiamo chiacchierato molto. Mi hanno fatto un sacco di domande. Ed io gli ho fornito altrettante risposte. Alle volte probabilmente sono stato anche logorroico. Ma al mio smisurato ego è piaciuto fare il professore.  Nella Nordschleife, ho fatto da apripista a Marco. E' stato bello portarlo a spasso. Credo che qualcosa abbia imparato. Anche questa cosa ha dato soddisfazione al mio tracotante ego. Alessandro invece ha fatto da solo, cercando di carpire le migliori linee da qualcuno a cui ha potuto incollarsi. Pensate che ha addirittura  fatto anche da Ring Taxi, scarrozzando un australiano nella sua BMW.... Che gli ha dato anche dei soldi... E' stato bello assistere alla loro emozione ogni volta che uscivano dal Ring. Alessandro quasi non faceva una piega, ma io mi accorgevo di quanto fosse in subbuglio dentro di se. Goduto come se avesse appena finito di farsi una mega scopata. Con la piú bella figa del mondo. Marco, al contrario, esultava come se avesse appena finito di farsi una mega scopata. Con le due piú belle fighe del mondo... Che sono diventate tre quando ha toccato, per la prima volta in assoluto, la saponetta sull'asfalto. Uno spasso. Anche per loro un omaggio fotografico.


   


martedì 6 marzo 2012

Il mio amico Wolfgang

Era il tempo dell'organizzazione della mia seconda trasferta al Ring. Avevo aperto un topic sul forum Tingavert per cercare di trovare compagni di merende, e lui, come se niente fosse, tomo tomo cacchio cacchio, si infilò nel topic scusandosi si, ma intanto si era infilato. Ci conoscemmo di persona il primo Agosto del 2009 in occasione dei fuochi a Lugano. Lui e la sua bella famigliola. Mentre nell'Aprile del 2010, precisamente dal 18 al 21, facciamo la nostra prima trasferta al Ring insieme. Con un bis nel 2011.  Di tanto in tanto facciamo qualche bella uscita. Enrico è colui che ho tirato in ballo nel post "La saponetta sull'asfalto". Lui che la saponetta la usa solo per lavarsi le mani. Ma non è colpa sua. I manicaretti che gli prepara la sua dolce metà, per quanto buoni, contribuiscono all'ingrossarsi della sua zavorra. La qual cosa rende gli spostamenti in sella poco probabili. Poi lui non ci si mette d'impegno ad allungare il ginocchietto e gli sliders rimangono intonsi. Ma come ho detto nel post che ho citato, questa cosa non vuole dire nulla. Perchè al Ring, Wolfgang, viaggia. Non ho il riscontro cronometrico. Me ne accorgo dal fatto che lo aspetto sempre di meno quando esco dal circuito, nel parcheggio della Nordschleife... Ecco un omaggio fotografico. Vai, Enrico!



lunedì 27 febbraio 2012

Monza

Iniziai a frequentarla con una VFR 750 F del 1986, nel 1992. Mai stato in pista prima. Scelta quasi obbligata, visto che era, ed è tuttora, a mezzora da casa mia. Per andarci comprai la mia prima tuta. La famosa  Eddie Lawson Replica da 4 volte campione del mondo, con i colori Rothmans, divisibile. I tempi sul giro, all’inizio, non furono incoraggianti. Ricordo un 2' 27". Basso....  Nel 1993 comprai una CBR 600 F nuova fiammante, con l'intento di portarla in pista, ma non feci in tempo. Me la rubarono in piazza a Como. A distanza di anni, ringrazio ancora quei bastardi per avermi fatto passare un'estate di merda. Quando mando degli accidenti, sono sempre nel mio cuore. Dopo avere ricevuto il rimborso dell’assicurazione contro il furto, comprai una CBR 900 RR del 1993. Di seconda mano. Era il 1994. Riuscii a farci qualche turno all'Honda Day. Con risultati piú confortanti. Poi feci un bell'incidente. Nel 1995 ne comprai un'altra identica. Sempre di seconda mano. A quel tempo frequentavo l’officina Honda di Alfredo a Mariano Comense, dove faceva tappa, un certo Sergio Ballabio. Uno che correva. Forte. Grazie a qualcuno dei suoi consigli, riuscii a spuntare tempi piú bassi. Giusto per fare un esempio, chi aveva mai sentito che la pressione degli pneumatici in pista andava abbassata? Io entravo con quella prevista dalla casa. Con quei canotti al posto delle gomme tuttalpiù potevo farci una traversata del lago. Mica entrarci in pista. Più passava il tempo e piú andava meglio. C'era anche piú esperienza, ed il divertimento era maggiore. Il best lap della mia carriera motociclistica a Monza lo spuntai con una R1 del 2000, presa in comproprietà con mio fratello: un bel 2' 06". Basso. Peccato che lui, con la stessa moto, fece un 2' 04". Alto peró... Dei bei ricordi legati a Monza, c'è l'emozione di entrare in pista. Che non passa mai. E che mi faceva sentire un pilotone. Anche oggi. Poi c'è la prima grattata di saponetta. E non per ultimo, l'incontro di tante belle persone. Una di queste è Fabrizio Pirovano, a cui non ho mai mancato di stringere la mano. E lui, sempre comportandosi come un vero signore, una stretta di mano non l'ha mai negata ad alcuno. Ma legato a questa pista, ci sono anche ricordi non belli. Qualcuno a distanza di tempo mi fa sorridere, qualcun'altro no.  Nel 1995 sbiellai con la mia CBR 900 RR: il consumo dell’olio, era, a quel tempo, l’ultimo dei miei problemi. Prima. Mentre diventó il primo dei miei problemi. Poi. Al costo 2.150.000 lire e qualche giorno dal meccanico, da cui andavo per dargli una mano a rimettere a posto il disastro che avevo causato. Un po’ per risparmiare, un po’ per espiare la mia colpa. Ho ancora i pezzi tritati a casa, come monito. In un’altra occasione, il primo Agosto del 1998, io e mio fratello tornammo da una giornata a Monza. Ognuno con la propria CBR 900 RR modello 1993. La mia bianca, blu e rossa, la sua nera blu e rossa. Gemelle diverse. Ci divertimmo un mondo quel giorno, in tutta sicurezza. Sulla strada del ritorno, a un chilometro e mezzo da casa, ci superó una 125. Un affronto per mio fratello, che reagí come il toro con il drappo rosso, e lo rincorse. Arrivato in curva, lo stava per superare all’esterno, quando il 125 allargó per impostare la traiettoria e gli toccó la ruota anteriore. Mio fratello perse il controllo della moto e andó a schiantarsi di schiena sull’angolo sinistro del paraurti anteriore di una delle macchine che provenivano in senso opposto, perdendo conoscenza. Io ero poco dietro e vidi tutto. Perdendo 20 anni della mia vita. A quel tempo, portare il paraschiena,  in pista e in strada, era davvero un optional. Io ce l’avevo, ma negli ultimi turni di quella giornata a Monza, non riuscivo più a sopportarlo e quindi glielo diedi. Fortuna volle che lo tenne anche quando uscimmo da Monza. E questo gli salvó la vita. O perlomeno lo salvó dalla prospettiva di una vita sulla sedia a rotelle. In un altro caso, nel 2004, in una due giorni organizzata da un moto club svizzero, un ebete in sella ad una Yamaha FZ6, decise di percorrere in carena, in centro pista, il rettilineo dei box. Io, allora in sella ad una CBR 929 RR del 2000, a soli 100-150 metri di distanza, mi accorsi con terrore della sua velocità. Che non superava i 90-100 km/h. Mentre io ero piú o meno a 250. Frenai. Con tutto quello che avevo a disposizione e cercai di schivarlo. Ma lo presi lo stesso in pieno. Non so per quale legge della fisica non cademmo e non ci conciammo come delle salamelle. E anche li, altri 10 anni di vita in meno…
L'ultima volta che sono stato nel tempio della velocità, era il 2007. Con la mia fida VFR 800.





 
 
 
 

Non so in quali tempi ho girato. So che me la sono cavata e che la moto ha fatto quello che ha potuto per stare dietro a questa velocissima pista. Conosco persone che ne hanno il terrore. A me piace. Mi piacciono le due di Lesmo dove ti sdrai, toccando l'impossibile. Mi piace arrivare all'Ascari, dove c'è il pubblico che ti guarda, danzando da sinistra a destra e di nuovo a sinistra, e poi in carena per il successivo rettilineo. I rettilinei sono punti in cui entri in una dimensione parallela, in una bolla che si crea grazie all'elevata velocità. E io godo. La Curva Grande è un altro punto velocissimo, ma la bolla non si crea. Li c'è da mettere fuori in ginocchio per contrastare la forza che ti porta all'esterno. E qualche volta succede anche che la saponetta tocchi l'asfalto. E sono orgasmi infiniti. Il ritmo elevato della pista viene spezzato dalle varianti. E' un bell'impegno staccare quando arrivi veloce. Gli occhi vorrebbero uscire dal cranio. Alcune volte sei troppo veloce. E la via di fuga è provvidenziale. Alcune volte c'è il rimbambito di cui ho parlato sopra in pieno rettilineo. E la via di fuga serve a niente. Li serve solo culo. Quest'anno ci torno.


martedì 21 febbraio 2012

Corso Motorrad 3-4 Maggio 2012

Sono 4 anni che frequento il Ring. Piú di 100 giri sulle spalle, e tanto da imparare. Per cui ho deciso che frequenteró un corso della rivista per moto MOTORRAD. Normalmente quando organizzo una trasferta, entro in un tunnel. Mi scordo praticamente di avere una (quasi) moglie e una figlia. E ora che conosco quello a cui vado incontro quando vado al Ring, in termini di organizzazione della trasferta, devo ricominciare quasi da capo. Giá qualche problema me lo da capire cosa c'è scritto nelle pagine on line della rivista a proposito dei vari corsi da loro proposti. Perchè è scritto solo in tedesco. E solo per quello non meriterebbero l'onore della mia presenza ai loro corsi. Ma la tecnologia oggi propone dei traduttori all'avanguardia. Certo. Se dovessi fare un copia e incolla delle loro traduzioni per scrivere una mail a qualcuno dei miei amici, mi prenderebbero per uno che manco ha finito la quinta elementare. Quindi mi sforzo di capire che cosa diavolo vogliono dire, e di conseguenza scelgo un corso. Quando ho capito quale voglio frequentare, mi imbatto, su un forum, in un ragazzo, il gentilissimo Gianluca, che ha esperienza con MOTORRAD. Lo chiamo per avere un parere. Mi spiega che non tutti i corsi possono essere frequentati dai "novizi", seppur della mia esperienza. Ah! Quindi che faccio? Provo a mandare una mail in inglese alla rivista in questione, rappresentando la mia situazione e chiedo loro quale corso fa per me. Sono tedeschi e sono sicuro che in un attimo, avró una risposta. Infatti 15 giorni dopo mi arriva la loro mail... Meno male che è in inglese. Mi dicono che il corso giusto per me è il "Ring Pur" e  si scusano del fatto che il tutto sia scritto in tedesco. E vada per il "Ring Pur". Manca solo di scaricare il modulo per l'iscrizione. Questo....



Sto quasi finendo di tappezzare di santi e madonne le pareti di casa, quando la mia dolce metà mi ricorda di sua cugina. Dirlo prima!?!?!?  E' una ragazza brava e bella ("non c'é cosa più divina che far l'amore con la cugina" cit.), che conosce il tedesco e anche bene. Ok, sentiamola subito. Le mando via mail il modulo e lei me lo rimanda dopo qualche giorno tradotto in ogni sua parte. Evviva! Anzi no. Ecchecazzo! Nel frattempo sul sito della MOTORRAD c'è una variazione nelle date e nei costi dei corsi. Questo capisco grosso modo, ma non sono sicuro. La cuginetta non è disponibile per il bis e sto per mettere mano ad un grosso martello per darmelo sulle palle, quando ho un'idea. Sono nel luogo giusto, al momento giusto, e riesco ad approfittare di una collega che mastica il tedesco come se mangiasse il pane, per una telefonata a Stoccarda. La gentile signorina dall'altro capo del filo le spiega ciò che sta accadendo. Devono ridurre drasticamente le giornate riservate ai loro corsi e nel contempo aumentare i prezzi in quanto la nuova (mala) gestione del Ring lo ha fatto a sua volta. Ormai sono in ballo e non saranno 100 euro a fermarmi. Sempre che non lo faccia la mia compagna. Con il suo cannemozze. La scampo e  mando la mia adesione, e dopo una quindicina di giorni arriva a casa una lettera con tutti i riferimenti per fare il bonifico per l'acconto e per il saldo. Totale 849 euro. Ce l'ho fatta! Sono ufficialmente iscritto. Ora non mi resta che dare una bella ravanata al basso ventre, affinché Giove Pluvio stia da un'altra parte in quei giorni e magari anche qualcosa in piú (visto sono li perchè non fare qualche giorno girando nei touristenfahrten?), e per far si che non mi accada alcunchè. Visto che il 19 Maggio mi toccherà stare in chiesa tutto intero per il nostro matrimonio. O una gamba rotta potrebbe essere una buona scusa per rimandarlo....? 

sabato 18 febbraio 2012

Il Nurburgring.

Nurburg. Meravigliosa località immersa tra i boschi e le colline dell'Eifel.
Tutte le volte che arrivi gli occhi si riempiono di tanto di quel verde quasi da stordirti. I saliscendi pronunciati delle colline e le curve che affronti appena fuori l'autostrada, ti fanno capire che cosa ti aspetta. Certo, se vai in quei luoghi per una normale vacanza, ti stupisci. Ma se ci vai per girare nella Nordschleife, lo stupore aumenta 10 volte tanto, perchè sai che quello che c'é intorno, lo ritroverai lí dentro.
Nurburgring, traduzione letterale "l'anello di Nurburg", un serpente d'asfalto di 20,832 chilometri che si snoda morbido e sinuoso, affascinante come una bella donna che non puoi fare a meno di guardare.
La prima volta che arrivo al Nurburgring, peró, lo faccio sotto un diluvio universale. E sono in moto, non con il comodissimo carrello trainato dalla macchina, come nelle successive trasferte. E' mezzanotte. Edgar (http://www.pension-muehlenhardt.de/) mi viene incontro, prende il mio bauletto e mi accompagna in camera. Lo ringrazio. Il tempo di farmi una doccia e via a dormire.
Solo il giorno dopo, con un sole inaspettato, mi rendo conto della bellezza del posto, delle sue strade e, quando faccio un giro a bordo circuito e vedo le macchine girare, della pericolosità del Ring. Pelle d'oca e sguardo ipnotizzato. Non vedo l'ora di entrarci. Devo aspettare il pomeriggio, quando apriranno la Nordschleife per il touristenfahrten.
A casa, mi sono studiato il circuito guardando video finchè gli occhi, i miei occhi, non hanno sanguinato. E, anche se so che non sono pronto al 100%, lo saró per certo al 50%. Almeno cosí credo.
E il momento arriva. Finalmente varco il cancello del Nurburgring. Parcheggio la moto. Il cuore ha già aumentato i suoi battiti. Mi guardo in giro e vedo milioni di euro sotto forma di GT3, Aston Martin, Lotus, M3, M5. Ma anche normali Megane Rs, Clio Sport. E tante moto, turistiche e non.
Sono in anticipo, troppo. Due ore. Forse avevo paura di non riuscire a trovare il circuito. O di trovare coda. 
Ma la coda a Nurburg e dintorni, almeno sulle strade, non esiste.
Non appena apre la biglietteria compro la mia prima tessera. 15 giri. Dieci minuti prima dell'apertura, porto la moto a fare scaldare olio e gomme e, una volta tornato al parcheggio, mi porto in pole position. Non si potrebbe stare dove stó. C'é tanto di segnaletica orizzontale che lo dice, ma nessuno degli addetti accenna ad una reazione, e io rimango lí, con la salivazione azzerata ed i battiti accellerati.
Alle 17,15 una voce dall'altoparlante detona con un "Nordschleife is open". Il mio cuore salta qualche battito. Accendo la moto e sono davanti alla sbarra. Infilo la mia tessera di carta che viene ingurgitata e poi risputata dalla macchinetta. La sbarra si alza. Metto via la tesserina, mi infilo il guanto destro ed entro. Nei primi dieci metri una strettoia prima ed un serpentello di birilli poi, impedisce di andare oltre i 30 km/h, ma finiti quelli, GAS!
Nella prima compressione dopo il ponte dell'Antoniusbuche una lacrima quasi scende: quanto ho sognato questo momento! Ma c'è poco tempo per rimanere estasiati. Macchine e moto mi passano (rigorosamente a sinistra, come da codice della strada) dandomi degli schiaffoni morali. Affronto le curve, quelle vere, della Nordschleife, che non c'entrano un beneamato cazzo con quelle dei filmati. Sono smarrito e non capisco da che parte prendere il toro. Anzi no, mi rendo ben conto che lo sto prendendo per le palle, con la possibilità, tutt'altro che remota, che si possa incazzare. Quindi cerco di fare del mio meglio ed il primo giro sulla giostra, finisce. Esco. E sono come nella canzone della Consoli: confuso e felice. Faccio altri 4 giri e la mia giornata in circuito, finisce. Nonostante abbia lasciato 10-15 minuti tra un giro e l'altro per permettere al mio corpo ed al mio cervello, di recuperare, sono stanco. Ma sto sorridendo. Torno in camera, saluto Edgar, facciamo giusto due chiacchiere e vado a fare una doccia. Per cena sono in compagnia di alcuni ragazzi di Milano. Ho fatto la loro conoscenza qualche ora prima nel parcheggio. I ristoranti dove si mangia bene al Ring non mancano, ma quello dove andiamo non è uno di quelli. La compagnia peró é buona e compensa la cucina.
I giorni successivi saranno di rigoroso apprendimento ed alla fine, riesco a prendere il famoso toro almeno per le corna. Anche se non ancora con la necessaria forza. 
Da allora sono passati quattro anni ed i giri fatti in moto sono diventati 117 piú 6 in macchina. Ho molta piú esperienza, ma ancora tanto da imparare. Ho conosciuto tanta gente con la quale a tutt'oggi sono in contatto. Alle volte, con alcuni di loro, addirittura capita di incontrarci a Nurburg, senza avere preventivato di farlo. Ormai è come se fosse la mia seconda casa. Una volta ci ho portato anche la mia futura moglie, che mi ha fatto da fotografa personale mentre giravo in moto e che si è fatta anche due giri del Ring sulla mia macchina. Uno da guidatrice ed uno da passeggera. Quindi sa che posto meraviglioso (e pericoloso) sia. Ma, nonostante l'angoscia che prova quando vado via, mi permette ogni anno di tornarci.    

giovedì 16 febbraio 2012

Orologio del Nurburgring.

Sto organizzando un gruppo di acquisto per un orologio personalizzato e dedicato al Nurburgring:

Fronte



Retro


                                                                   

Si tratta di un cronografo a carica manuale in edizione limitata. Il prezzo varia dai 321 euro a 370. Più ne facciamo fare e meno costerà. Chi lo volesse, me lo faccia sapere.

Amarcord

Quando faccio il computo degli anni da motociclista, non tengo in considerazione quelli riguardanti il ciclomotore e il 125. Per me il vero motociclista possiede, ed ha posseduto, moto altrettanto vere e non il 50 o il 125.
Però ai fini della storia, quegli anni sono esistiti. E guardate un pò che cosa ho scovato.


Eh si... Un Capirobi primissima maniera!  Non massacratemi, please....