La Vita è Tutta Una Traiettoria

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sabato 18 febbraio 2012

Il Nurburgring.

Nurburg. Meravigliosa località immersa tra i boschi e le colline dell'Eifel.
Tutte le volte che arrivi gli occhi si riempiono di tanto di quel verde quasi da stordirti. I saliscendi pronunciati delle colline e le curve che affronti appena fuori l'autostrada, ti fanno capire che cosa ti aspetta. Certo, se vai in quei luoghi per una normale vacanza, ti stupisci. Ma se ci vai per girare nella Nordschleife, lo stupore aumenta 10 volte tanto, perchè sai che quello che c'é intorno, lo ritroverai lí dentro.
Nurburgring, traduzione letterale "l'anello di Nurburg", un serpente d'asfalto di 20,832 chilometri che si snoda morbido e sinuoso, affascinante come una bella donna che non puoi fare a meno di guardare.
La prima volta che arrivo al Nurburgring, peró, lo faccio sotto un diluvio universale. E sono in moto, non con il comodissimo carrello trainato dalla macchina, come nelle successive trasferte. E' mezzanotte. Edgar (http://www.pension-muehlenhardt.de/) mi viene incontro, prende il mio bauletto e mi accompagna in camera. Lo ringrazio. Il tempo di farmi una doccia e via a dormire.
Solo il giorno dopo, con un sole inaspettato, mi rendo conto della bellezza del posto, delle sue strade e, quando faccio un giro a bordo circuito e vedo le macchine girare, della pericolosità del Ring. Pelle d'oca e sguardo ipnotizzato. Non vedo l'ora di entrarci. Devo aspettare il pomeriggio, quando apriranno la Nordschleife per il touristenfahrten.
A casa, mi sono studiato il circuito guardando video finchè gli occhi, i miei occhi, non hanno sanguinato. E, anche se so che non sono pronto al 100%, lo saró per certo al 50%. Almeno cosí credo.
E il momento arriva. Finalmente varco il cancello del Nurburgring. Parcheggio la moto. Il cuore ha già aumentato i suoi battiti. Mi guardo in giro e vedo milioni di euro sotto forma di GT3, Aston Martin, Lotus, M3, M5. Ma anche normali Megane Rs, Clio Sport. E tante moto, turistiche e non.
Sono in anticipo, troppo. Due ore. Forse avevo paura di non riuscire a trovare il circuito. O di trovare coda. 
Ma la coda a Nurburg e dintorni, almeno sulle strade, non esiste.
Non appena apre la biglietteria compro la mia prima tessera. 15 giri. Dieci minuti prima dell'apertura, porto la moto a fare scaldare olio e gomme e, una volta tornato al parcheggio, mi porto in pole position. Non si potrebbe stare dove stó. C'é tanto di segnaletica orizzontale che lo dice, ma nessuno degli addetti accenna ad una reazione, e io rimango lí, con la salivazione azzerata ed i battiti accellerati.
Alle 17,15 una voce dall'altoparlante detona con un "Nordschleife is open". Il mio cuore salta qualche battito. Accendo la moto e sono davanti alla sbarra. Infilo la mia tessera di carta che viene ingurgitata e poi risputata dalla macchinetta. La sbarra si alza. Metto via la tesserina, mi infilo il guanto destro ed entro. Nei primi dieci metri una strettoia prima ed un serpentello di birilli poi, impedisce di andare oltre i 30 km/h, ma finiti quelli, GAS!
Nella prima compressione dopo il ponte dell'Antoniusbuche una lacrima quasi scende: quanto ho sognato questo momento! Ma c'è poco tempo per rimanere estasiati. Macchine e moto mi passano (rigorosamente a sinistra, come da codice della strada) dandomi degli schiaffoni morali. Affronto le curve, quelle vere, della Nordschleife, che non c'entrano un beneamato cazzo con quelle dei filmati. Sono smarrito e non capisco da che parte prendere il toro. Anzi no, mi rendo ben conto che lo sto prendendo per le palle, con la possibilità, tutt'altro che remota, che si possa incazzare. Quindi cerco di fare del mio meglio ed il primo giro sulla giostra, finisce. Esco. E sono come nella canzone della Consoli: confuso e felice. Faccio altri 4 giri e la mia giornata in circuito, finisce. Nonostante abbia lasciato 10-15 minuti tra un giro e l'altro per permettere al mio corpo ed al mio cervello, di recuperare, sono stanco. Ma sto sorridendo. Torno in camera, saluto Edgar, facciamo giusto due chiacchiere e vado a fare una doccia. Per cena sono in compagnia di alcuni ragazzi di Milano. Ho fatto la loro conoscenza qualche ora prima nel parcheggio. I ristoranti dove si mangia bene al Ring non mancano, ma quello dove andiamo non è uno di quelli. La compagnia peró é buona e compensa la cucina.
I giorni successivi saranno di rigoroso apprendimento ed alla fine, riesco a prendere il famoso toro almeno per le corna. Anche se non ancora con la necessaria forza. 
Da allora sono passati quattro anni ed i giri fatti in moto sono diventati 117 piú 6 in macchina. Ho molta piú esperienza, ma ancora tanto da imparare. Ho conosciuto tanta gente con la quale a tutt'oggi sono in contatto. Alle volte, con alcuni di loro, addirittura capita di incontrarci a Nurburg, senza avere preventivato di farlo. Ormai è come se fosse la mia seconda casa. Una volta ci ho portato anche la mia futura moglie, che mi ha fatto da fotografa personale mentre giravo in moto e che si è fatta anche due giri del Ring sulla mia macchina. Uno da guidatrice ed uno da passeggera. Quindi sa che posto meraviglioso (e pericoloso) sia. Ma, nonostante l'angoscia che prova quando vado via, mi permette ogni anno di tornarci.    

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