La Vita è Tutta Una Traiettoria

La Vita è Tutta Una Traiettoria

domenica 10 maggio 2015

Non riconosco più i motociclisti.

Ieri (9 Maggio nds) sono andato a fare un giretto in moto dalle mie parti. Mi ero ripromesso di andare pianin pianino. E di godermi il paesaggio. Arrivato a metà percorso mi sono fermato. Fino a quel momento ero stato di parola. Tante moto in giro. Giusto il tempo di levare un paio di moscerini dalla visiera e sono ripartito. Mi sono ritrovato davanti a un gruppo di 6 moto. Abbiamo fatto un paio di km ad andatura "allegretto" Che subito è diventata "allegro moderato" e da lì a poco "prestissimo". Che per chi non capisce una fava di musica (come me) significa che siamo passati dai 4000 agli 8000 giri. So che non è stato propriamente ortodosso quello che abbiamo fatto. E a me succede di rado, negli ultimi anni, di comportarmi da cattivo bambino, su strade aperte al traffico. Ma ormai.... La mia K non era a suo agio in questo misto stretto e infatti a 3/4 del tratto in discesa, 4 moto, molto più leggere,  mi hanno passato come un tordo. Ho cercato di stare loro dietro ma non ce l'ho fatta. Poco male. Mi stavo comunque divertendo, andando semplicemente con il mio passo e  non me ne sono fatto più di tanto un cruccio. D'altronde eravamo pur sempre su una strada pubblica. Con tutti i pericoli del caso. Due moto del gruppo erano rimaste dietro me. Arrivati quasi alla fine ho rallentato e fatto loro segno di passare, per farli ricongiungere alla loro compagnia. Mi sarei aspettato un saluto tra motociclisti. Invece il primo dei due ha tuonato con un: "potevi toglierti prima dalle palle!". Dopo un paio di chilometri, con molta calma, sono riuscito ad affiancarlo. E ho chiesto lui che problema ci fosse stato. Il tizio mi ha elencato una serie di colossali minchiate. Che lui aveva le saponette della tuta consumate. Che lui era più veloce. E che gli avrei fatto da tappo con la mia K1200R. Quello che mi è venuto da dirgli è stato che se voleva fare il tempo sarebbe dovuto andare in pista, che fino a prova contraria eravamo su strada aperta al traffico, e che (diversamente da ciò che viene espresso dai tuttologi che vanno in moto) io che ero davanti  potevo fare la traiettoria che mi pareva (vi assicuro che non ho fatto con dolo a non fare passare le due moto che avevo dietro, semplicemente andavo con il mio ritmo).  Ma la cosa che mi è uscita meglio è se gli avesse dato fastidio che una K1200R fosse stata davanti alla sua motard. Si, perché se 4 moto sono riuscite a infilarmi e tu no, non ti viene il dubbio che il problema sia tu e non io? Vabbè. Comunque sia dopo un minuto di discussione, ognuno per la sua strada. Però.... C'era un però. Il mio fottuto orgoglio di motociclista. Che voleva mettere i puntini sulle "i". Lo so, avrei dovuto finirla li e lasciare il "poveraccio" al suo destino. Ma non ce l'ho fatta. Sbagliando. Alla prima sosta del gruppo, ne ho approfittato. Ho parcheggiato la mia K davanti la sua Ktm e ho esordito con un: "non ho intenzione di litigare,  ma ho bisogno di dirti due parole". La sua risposta, amichevole,  è stata: "alla terza parola, io non parlo più e passo ai fatti". Ripetendomelo, nel caso non lo avessi capito. Apperò! Un gentiluomo! E con tanto di cilindro in testa. Era pure grossino. Probabilmente non avrei fatto una bella fine. Ma non gliel'ho data vinta e sono andato avanti. Ho chiesto lui se sapesse cosa facessi nella vita di tutti i giorni e se avesse la più pallida idea di cosa ero capace di fare in sella alla mia K o come motociclista in generale. Insomma per quale motivo si stava arrogando il diritto di giudicare un perfetto sconosciuto.  La discussione è andata avanti finché il "poveraccio" non è venuto fuori con questa frase: "se non se ne va, lo ammazzo". Di fronte a questa, che io considero una grave minaccia, non ci ho pensato due volte e ho chiesto ausilio delle FdO. Non è stato un atto di vigliaccheria,  come potrebbero supporre i superfighi. Tant'è che non li ho chiamati alla prima sua minaccia di passare alle vie di fatto. Ne alla seconda. Mettersi le mani addosso per una stupida questione di traffico, sarebbe stato da dementi. E lo spettacolo che ne sarebbe scaturito, poco edificante. Indipendentemente dal risultato. Ma se avessi dovuto difendermi, non ci avrei pensato due volte. Edificante o meno. Il mio intento, chiamando i tutori della legge, era sapere chi fosse questo signore "diversamente intelligente" per poi, eventualmente, procedere penalmente. Si perché la minaccia di morte è un reato. Ma egli non ha avuto il fegato di aspettare il loro arrivo. E dicendomi: "se vuoi mi trovi su al Ghisallo", se n'è andato. Con i suoi amici. Ho avuto però il tempo di prendere il suo numero di targa. Ora vedrò il da farsi. Sono tornato a casa con l'amaro in bocca. In tanti anni di moto non ho mai litigato con un motociclista. Ho sempre pensato di essere parte di un élite. Purtroppo quello che è accaduto ieri è stata la conferma di quello che ho fatto finta di non vedere in questi ultimi anni. Un imbastardimento della razza. Troppe moto in giro hanno fatto si che l'élite non sia più tale al punto di farci diventare una categoria come un'altra. Con un aumento dei "diversamente intelligenti" alla guida delle due ruote. Gli stessi che non ti salutano quando li incroci, che si scocciano se cerchi di scambiare due parole quando sei fermo, che non si fermano se sei in difficoltà e che scambiano il fare due curve allegre in compagnia per una gara di motogippì.
Comunque non capiterà più che io possa discutere con gente del genere. Perché, come recita un vecchio adagio delle mie parti, a certe persone fai prima a metterglielo in culo che in testa.