La Vita è Tutta Una Traiettoria

La Vita è Tutta Una Traiettoria

giovedì 23 aprile 2015

Trasferta alla ricerca del tempo perduto. Le prove ufficiali.

E' stata una trasferta impegnativa. Non che le altre le abbia affrontate all'acqua di rose. Solo che questa volta non sono partito per il  Nurburgring con la stessa spensieratezza delle volte passate. Incombeva su questa trasferta una sorta di "onere". Da ben 5 anni il mio cruccio era quello di sapere il mio tempo sui quasi 20 km "Bridge to Gantry" (abbreviato BtG), dal ponte dell'Antoniusbuche al cartello pubblicitario del Dottinger Hohe. L'ultimo filmato risaliva al 2010. Con la VFR 800. Avevo staccato un 8:56 compreso un rallentamento dovuto ai lavori di sostituzione di un guardrail nei pressi dell'Hatzenbach. Poi più nulla. L'anno scorso avevo provato a montare la GoPro e, dopo aver filmato un giro con un traffico che nemmeno sulla strada del lago dalle mie parti, mentre mi apprestavo ad entrare e filmare il secondo giro, un solerte rompicoglioni con le fattezze di un marshall me l'aveva fatta togliere poco dopo la sbarra. Aveva giustificato la cosa dicendomi che la videocamera sarebbe potuta volare via. Avevo cercato di fargli capire con il mio inglese che si faceva prima a strappare il supporto con tutta la plastica del faro piuttosto che perdere la GoPro, ma niente da fare. Secondo loro avessi avuto un supporto al manubrio, il problema non si sarebbe posto. E infatti quest'anno ero munito di un supporto al manubrio. Tiè. Quindi sono partito con la fissa di dover portare a casa il "risultato". Con la relativa ansia da prestazione. Neanche avessi dovuto andare a letto con la più figa del reame. O manco fossi stato un pilota della motogippì.
Il viaggio l'ho spezzato sia all'andata che al ritorno. Ho speso di più ma sono stato ampiamente ripagato, fisicamente parlando. Una volta arrivato a Nurburg  ho pernottato sempre nel solito B&B: www.pension-muehlenhardt.de. Un luogo circondato da tranquillità, con una colazione abbondante e a buon prezzo. Con il sempre buon Edgar a dirigere il tutto. I quattro giorni hanno avuto un meteo favoloso, con temperature che andavano dai 18 ai 22 gradi e sempre con il sole, anche se qualche giorno un pelo velato. Sono stati 15 giri favolosi. Non senza qualche sorpresina. Il primo giro. Lunedì 13. Certo perché trovare il limite di velocità di 200 km/h al Flugplatz e quello dei 250 nella percorrenza della Schwedenkreuz (che poi ho scoperto essere limiti per le gare e non per i giri turistici) e una giunzione tra il nuovo e vecchio asfalto all'interno della curva a destra tra Pflanzgarten I e Pflanzgarten II,  non è stata una cosa normale. Per quanto sia consentito parlare di normalità al Nurburgring. Ma una volta assimilate queste nuove informazioni, ci ho messo tutto me stesso. Ho fatto tre giri al giorno (per tutti i quattro giorni l'apertura era prevista dalle 17:30 alle 19:30) il primo, il terzo ed il quarto giorno, mentre il secondo me ne sono sparati 6. Troppi. Me ne sono accorto dalle minchiate che ho compiuto, dal quarto giro in avanti. Una compilation di cazzate che solo stanchezza può farti compiere. Si perché tutte le volte sono uscito da quell'arena con il cuore e con i muscoli al limite dello sfinimento, con tanto di fiatone di ordinanza. Sempre teso al raggiungimento dell'obbiettivo: tirare giù secondi. Purtroppo non sempre gli sforzi sono stati premiati e non sempre per colpa mia. Più di un giro è stato "rovinato" dall'ingerenza di qualche altro autoveicolo o motoveicolo che si sono frapposti tra me e la mia meta. D'altronde non avevo mica affittato la Nordschleife in esclusiva. Quindi cazzo pretendevo? Alla fine di tutto, il tempo che volevo l'ho portato a casa. A provarlo c'è il filmato in basso dove stacco un eccellente (per me, naturalmente) 8:25. Con la K che si è comportata sempre da vera star. Con le sue belle Bridgestone BT 016 PRO. Felice di essere stata portata a sfogare il suo infinito motore in quel paradiso che è l'Inferno Verde. Muovendosi sinuosa nelle sue curve solo come un'amante impazzita sa fare, facendo rimanere estasiato anche chi l'ha condotta in quel dove. Minchia come sono poetico!!! E quindi bene, bravo, bis. Anzi no. Posso sicuramente migliorare, ma il divertimento prima di tutto. Andare solo alla ricerca del miglior responso cronometrico è troppo stressante. Quindi una trasferta cosi non capiterá più. Anche se a distanza di qualche giorno è riaffiorato tutto il buon sapore di ciò che ho passato. Un gusto che solo il Ring ti può lasciare. Anche perché questa volta, dopo 8 anni, e 250 giri compiuti proprio in questa trasferta, sono riuscito a poggiare i miei piedi sul sacro suolo della Nordschleife, in una camminata al calar del sole con Edgar (quello nella seconda foto). E vi assicuro che è tanta roba. Un'esperienza mistica!
 
 
 
 


 
 
 






 
 






 
 





 
 






 
 
















E a seguire due filmati.









Vi consiglio di metterli in HD. E buon divertimento!

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